Le Funzioni Cognitive: strumenti di pensiero

La nostra mente possiede queste capacità in misura maggiore o minore a seconda di

Può forse sembrare strano che una persona positiva come Feuerstein metta in evidenza le carenze invece di ciò che è ben funzionante. E’ una deliberata scelta per stimolare il mediatore ad intervenire per colmare le lacune: le carenze non sono irreversibili e la loro reversibilità è stata più volte dimostrata. Inoltre è più facile rendersi conto delle carenze in quanto un ragionamento non completo o non preciso è determinato proprio da ciò che non ha funzionato, dagli elementi che non sono risultati adeguati alle richieste; ciò che funziona passa quasi inosservato.
Per questo motivo Feuerstein, per praticità di esposizione e di intervento, ha classificato le funzioni cognitive evidenziando le loro carenze e le ha definite “funzioni cognitive carenti”. E’ chiaro che in qualunque persona, anche se a basso livello di astrazione, solo una parte delle funzioni cognitive è carente; la sua stessa sopravvivenza è determinata dalla presenza di tutta una serie di abilità esistenti e ben funzionanti.
Le fun

Input:
Funzioni cognitive carenti in input provocano alterazioni quantitative e qualitative a livello della raccolta dei dati: il ragionamento si baserà su dati insufficienti e/o errati di conseguenza non potrà che fornire risposte inadeguate.
- Percezione vaga e insufficiente.
- Comportamento esplorativo non sistematico, impulsivo e non pianificato.
- Carenza o insufficienza di strumenti verbali ricettivi che influenzano la discriminazione.
- Carenza o difetto di orientamento spaziale, mancanza di sistemi di riferimento stabili che ostacolano la determinazione dell’organizzazione dello spazio in maniera topologica ed euclidea.
- Carenza o insufficienza di concetti di tempo.
- Carenza o insufficienza di permanenza delle costanti (misura, forma, quantità, orientamento).
- Carenza di bisogno di precisione nella raccolta dei dati.
- Incapacità di considerare contemporaneamente due o più fonti d’informazione (il che fa in modo che si manipolino i dati separatamente e non come un insieme organizzato).
Elaborazione:
Funzioni carenti in fase di elaborazione compromettono l’utilizzazione delle informazioni raccolte nella fase di input, anche se la raccolta era stata efficace.
- Incapacità di percepire l’esistenza di un problema e di definirlo.
- Incapacità di distinguere i dati rilevanti da quelli irrilevanti al momento della definizione del problema.
- Carenza di comportamento comparativo spontaneo o limitazione del suo esercizio a causa di un sistema di bisogni ridotto.
- Ristrettezza del campo mentale.
- Comprensione episodica della realtà.
- Carenza o insufficienza di bisogno di ragionamento logico.
- Carenza di interiorizzazione.
- Carenza di pensiero inferenziale e ipotetico.
- Carenza o insufficienza di strategie per verificare le ipotesi.
- Carenza o insufficienza di capacità di definire il quadro necessario alla soluzione di problemi.
- Carenza o insufficienza di comportamento di pianificazione.
- Carente elaborazione di alcune categorie cognitive dovute al fatto che le nozioni verbali non fanno parte del repertorio verbale dell’individuo a livello recettivo oppure che esse non sono disponibili a livello espressivo.
- Carenza o insufficienza di comportamento sommativi.
- Carenza o insufficienza a livello di proiezione di relazioni virtuali.
Output:
Può succedere che dati raccolti in maniera adeguata in fase di input ed elaborati correttamente si traducano in risposte sbagliate se le funzioni sono carenti a livello di output perché viene compromessa la comunicazione delle soluzioni cui si è giunti nella fase di elaborazione.
Modalità di comunicazione egocentrica.
- Blocco.
- Risposta per tentativi ed errori.
- Mancanza o insufficienza di strumenti per comunicare risposte correttamente elaborate.
- Mancanza o insufficienza di bisogno di precisione ed esattezza nella comunicazione di risposte.
- Trasposizione visiva insufficiente.
- Comportamento impulsivo e di “passaggio all’atto”.
Una buona padronanza dei concetti spaziali determina la capacità di:
Ø comprendere l’effettiva dislocazione di oggetti e persone nello spazio fisico.
Ø Collocare in maniera corretta se stessi in relazione agli altri o agli oggetti attraverso un sistema di riferimento personale.
Ø Valutare correttamente le relazioni tra oggetti o persone
Ø Utilizzare un linguaggio corretto per descrivere le posizioni nello spazio.
Ø coordinamento sia fisico che mentale, anche attraverso la rappresentare astratta dello spazio.
Ø pianificare l’utilizzo dello spazio in maniera appropriata ed efficace.

Ø una mancanza di vocaboli per descrivere in maniera corretta posizioni e relazioni tra gli oggetti.
Ø carenza nel sistema di referenze spaziali personali
Ø difficoltà a rendersi conto che le relazioni spaziali sono relative (per esempio ciò che per me è a sinistra per te può essere a destra).
Ø Il bisogno di mostrare fisicamente, per esempio indicando un oggetto o un luogo, piuttosto che descrivere una direzione o un percorso
Due principi pedagogici contrapposti
Rispetto all’approccio da adottare nei confronti di situazioni di difficoltà, si può fare una distinzione tra due principi pedagogici contrapposti: uno si basa su un’attitudine passiva accettante e l’altro su un’attitudine attiva modificante. Nel primo caso ci troviamo di fronte alla convinzione che, non potendo incidere in altro modo, è giusto accettare così come è l’individuo che presenta gravi limiti di tipo cognitivo e comportamentale, cercando di predisporre per lui un ambiente in grado di assicurargli delle condizioni di vita sicure e confortevoli. Le basi filosofiche del pensiero di Feuerstein, al contrario, implicano che si debba creare un ambiente in cui prevalga l’attitudine attiva e modificante. Ciò presuppone un investimento di energie e di impegno da parte degli educatori, allo scopo di far emergere le capacità di ogni singolo individuo loro affidato. L’obiettivo è ottenere modalità di funzionamento che portino ad un più elevato livello di ragionamento e, di conseguenza, ad una vita più autonoma e socialmente attiva e gratificante.
[1] jael kopciowski (2002) L’apprendimento mediato Orientamenti teorici ed esperienze pratiche del metodo Feuerstein Ed La scuola
[2] La suddivisione è puramente accademica, utile per valutare le capacità mentali e per intervenire in maniera più incisiva. Non indica una effettiva suddivisione rigida del processo mentale.
1 Comments:
quello che stavo cercando, grazie
Posta un commento
<< Home