giovedì, luglio 17, 2008

L'integrazione possibile

Se la parola "impossibile" descrive un'"emozione", in certi momenti la vita di Michele, ma anche di chi gli sta intorno è "impossibile"
Quando lui dice "non ce la faccio piu'" "non resisto" ed effettivamente NON è in grado di controllare la sua compulsività e "la Nyhan " lo "comanda", quando chi gli è accanto anche lui non riesce a "controllare" la situazione ed è sommerso dal senso di ...im-potenza.
Se invece "impossibile" significa LA RESA in questi momenti allo sconforto, se è dichiarare che una vita così NON E' VITA, allora è un aggettivo assolutamente falso.
Credo che la LN sia stata definita così xché ciascuno di noi sente che "non è possibile" resistere senza impazzire ad una compulsione CONTINUA ad una minaccia sempre presente

- qual è "il possibile" di Michele
Ma Michele, nella sua quotidianità, come molti altri suoi colleghi LN di tutto il mondo, non è "impazzito" anzi "cresce" in consapevolezza, curiosità, arguzia.
La sua prima grandissima "DIVERSA ABILITA'" è proprio il fatto che anche se dice -non resisto- in realtà RESISTE.
Accanto ai limiti imposti dalla malattia si scoprono risorse e ricchezze: una grande capacità di comunicare, di interagire con l'ambiente, di farsi apprezzare ed amare. La voglia di capire, di imparare, di esserci, di VIVERE. Una forza COSTRUTTIVA che, proprio perché affiancata da un'onnipresente e invadente forza distruttiva, risulta POSSENTE.
Quindi IM.POSSIBILE, accanto a POSSIBILE, IM.POTENTE, accanto a POTENTE,

- quali sono gli ambiti di integrazione di Michi e che cosa lo rende più "integrabile"/"integrante"
POTER vivere "legati", limitati, sempre contenuti, POTER sorridere e scherzare, chiedere "come stai" accorgersi se l'altro ha un problema e offrirsi di conforto...questo rende FASCINOSI e, nei vari ambienti, "provoca" simpatia : pur essendo così ALIENA la malattia è così poco "alienato" il ragazzo che molti, oppressi dai propri limiti, dalle proprie impotenze, cercano nel dialogo con Michele... solidarietà e la danno.
Michele però ha BISOGNO di continua mediazione, per spiegare i suoi bisogni, per chiedere e ottenere contenimento, per affrontare situazioni e ambienti nuovi, per essere "presentato" globalmente (con tutta la sua Nyhan) a chi non lo conosce.
La sua maggior "autonomia" (sembrerebbe im.possibile chiedere di aumentare l'autonomia a chi DEVE essere sempre contenuto) passa per una maggiore capacità di comprendersi e farsi comprendere

Da quando ha iniziato a lavorare con il Feuerstein Michele è cresciuto in questa "autonomia", mi sembra abbia più chiarezza nell'individuare, nella complessità delle sue emozioni, compulsioni, sentimenti, ciò che lui desidera, mi sembra sia cresciuta la sua capacità di verbalizzare la "Nyhan" rispetto a altri suoi desideri, è capace a dire "ho un problema" e a chiarirlo invece che farsi prendere sempre dal pianto sconfortato. E' come si "orientasse" meglio nel putiferio della sua malattia e fosse quindi in grado di dare anche maggiori indicazioni a chi gli sta intorno.
...in fondo se la Nyhan è una tempesta implacabile, dobbiamo aiutare Michele a diventare un buon CAPITANO, capace di COMANDARE alla sua ciurma se spiegare le vele o ammainarle per non affondare, di mettere mano alle pompe o abbattere un albero,per non affondare anzi proseguire la navigazione e l'avventura della vita e giungere ad orizzonti nuovi (che tutti vorremmo vedere)