venerdì, luglio 10, 2009

24/06/09 conferenza Una chiave per la Mente

Una chiave per la mente

perché questo nome?

La mente è ciò che guida la nostra vita.
Niente è più nostro della nostra mente e niente è più misterioso dei suoi processi.
Quante abilità padroneggiamo senza neanche accorgerci?
Quante ne potremmo padroneggiare se fossimo in grado di utilizzare al meglio le nostre risorse?
Quanti ricordi sono nascosti nei meandri del nostro cervello pronti ad emergere nei momenti più impensati o apparentemente persi per sempre?
Non esiste attimo della vita in cui il pensiero si fermi,
non esiste momento in cui si prenda riposo.

Eppure le sue possibilità sono molto superiori a quanto noi riusciamo a credere.
Una chiave per la mente nasce dal
rispetto per questo bene enorme che abbiamo a disposizione, nasce dal

desiderio di non sprecarlo, nasce soprattutto col

volontà di aiutare chi ne ha bisogno, chi, per i motivi più disparati, non riesce, da solo, ad utilizzare adeguatamente le proprie risorse.
Riprendo le parole che Feuerstein ci ha scritto come augurio per le attività dell’associazione:

una chiave che permette di istruirsi, dedicando tutta la vita ad aprire le porte della conoscenza e (per chi) usa la sua mente con l’obiettivo di aprirla proprio con una chiave, essendo pronto ad imparare e ad arricchire costantemente se stesso.
Ma che cosa è il metodo Feuerstein?
Una risposta non certo esauriente ma, quanto meno, indicatrice delle linee generali che lo delineano potrebbe essere:
"Un metodo educativo per il potenziamento delle capacità mentali basato sul principio che l’intelligenza non è un fattore predeterminato e stabile ma un elemento passibile di evoluzione. Feuerstein esplicita le condizioni che permettono il potenziamento delle capacità mentali fornendo indicazioni riguardanti l’ambiente in cui operare, l’approccio educativo da instaurare e predisponendo esercitazioni pratiche, utili al superamento di eventuali carenze cognitive.”
Questa spiegazione, però, non renda pienamente ragione della sua essenza: il metodo Feuerstein è qualche cosa di più: è una filosofia di vita, è uno stimolo ad operare e ad agire seguendo criteri di attualità, praticità, dinamismo ed ottimismo. Ogni individuo è modificabile sul piano cognitivo in quanto l’organismo umano è un sistema aperto, caratterizzato da grande plasticità.
Feuerstein parlando dell’intelligenza, dice: “E’ ora di smettere di misurare ciò che non è misurabile, è ora di potenziare ciò che è potenziabile.

E’ possibile produrre cambiamenti di tipo strutturale, indipendentemente dall’età, dal genere di problematica, dalle limitazioni esogene ed endogene che caratterizzano la persona. Ciò porta a ricercare strumenti e metodi per produrre la modificabilità anche dove inizialmente non sembra possibile.

Per questo ci stiamo avventurando in questa iniziativa, proprio perché riteniamo che l’utilizzo degli strumenti ideati da Feuerstein, seppure straordinariamente efficaci, non esauriscano assolutamente la sua proposta educativa, anzi… Gli strumenti stessi, se non inseriti in un ambiente modificante che utilizzi la mediazione non hanno significato.
La nostra proposta parte da questo principio:
arricchiamo la professionalità di cui siamo portatori grazie alle proposte di Feuerstein, utilizziamo le proposte di Feuerstein all’interno della nostra formazione professionale.
In molte situazioni in cui qualcuno incontra difficoltà spesso si afferma con convinzione: … non si impegna … non gli interessa niente … non è motivato …
Così si può insegnare il movimento, la musica, lo sport, si può insegnare a scrivere e leggere, a fare i calcoli, a condividere esperienze con gli altri, si può fare l’analisi del proprio passato, programmare il proprio futuro, si può affrontare il disagio, rinforzare la personalità, tutto facendo tesoro del postulato fondamentale di Feuerstein: la piena fiducia nella modificabilità cognitiva dell’essere umano. Un credo profondo che negli ultimi anni è stato fortemente sostenuto dalle ricerche di neurofisiologia
L’intelligenza è qualcosa che si può anche insegnare.
Lo si fa guidando ad osservare ed a porsi domande; stimolandolo a confrontare oggetti ed eventi, a cercare collegamenti tra fatti in apparenza non correlati tra loro; inducendo ad utilizzare un vocabolario corretto ed appropriato; incoraggiando ad astrarre dalla situazione vissuta al momento per immaginare fatti futuri o passati, certi o solo possibili, reali o fantastici.
Lo si fa insegnando ad aver fiducia in se stessi, a valutare in maniera obiettiva i propri successi, a far tesoro degli errori a rendersi conto che la collaborazione porta un arricchimento reciproco, che la condivisione aiuta a superare le difficoltà.
Lo si fa attraverso la predisposizione di un ambiente attivo modificante, grazie alla mediazione che, secondo Feuerstein, tutti dovrebbero utilizzare se desiderano rendere efficace il loro intervento.
ecco alcune foto della conferenza: