sabato, novembre 21, 2009

La memoria

La memoria è elemento necessario alla sopravvivenza. Il neurologo Oliver Sachs sostiene che è proprio la memoria a far sì che un organismo si adatti e sopravviva in ambiente che è in costante evoluzione. La sopravvivenza di ogni organismo dipende dalla sua memoria.


Il desiderio di non dipendere da oggetti è sempre stato molto forte e vitale, in un popolo costretto a peregrinare di luogo in luogo. Ciò che hai nella tua mente ti accompagnerà dovunque andrai, non pesa e non rallenta la marcia se lo devi trasportare. Ecco perché gli ebrei hanno sempre saputo che per proteggere le loro tradizioni dovevano affidarsi a qualche cosa che nessuno avrebbe mai potuto distruggere: la memoria umana di ogni individuo che fa parte della memoria ebraica collettiva.

Se poi il ricordo è legato ad una situazione di apprendimento, cioè se volontariamente predisponiamo la nostra mente a ricordare informazioni che dobbiamo/vogliamo imparare, predisporre il nostro animo a farlo in modo piacevole è uno stratagemma felice e proficuo. Nel libro “Netivot Hochma” troviamo scritto: “Non si può apprendere in un luogo che è sgradito

lo studio avviene sempre in compagnia, prevalentemente a coppie. Ogni studente ha il compito di spiegare il proprio punto di vista, di far valere la propria opinione, di evidenziare il percorso mentale fatto per giungere a determinate conclusioni attraverso citazioni, esempi, paragoni e via dicendo. Ciò non solo potenzia la memoria, ma arricchisce il linguaggio (strumento di comunicazione e di pensiero), incrementa il bisogno di evidenza logica nell’esposizione del proprio pensiero, aumenta la capacità di comprendere gli altri sia per capire il loro punto di vista, sia per trovare agganci utili a far capire il proprio.

Per ricordare al meglio è necessario aver compreso il significato di ciò che si sta memorizzando. Non sempre ci rendiamo conto di aspetti non chiari di un argomento. Se abbiamo l’impressione di aver afferrato il senso generale ci accontentiamo, mentre qualche particolare (per esempio un vocabolo, un modo di dire) non compreso ed ignorato possono far cambiare aspetto ad un intero argomento, rendendolo più facilmente agganciabile a quanto già conosciuto. Ma ciò non basta, una volta capito è utile aggiungere qualche cosa di personale, un’opinione, un punto di vista . chi riesce a mettere qlc di nuovo in relazione con quanto ha studiato si sente appagato e quindi ricorda meglio perché c’è qlc di suo. Le innovazioni hanno un grosso impatto sulla mente e sull’immaginazione, ed è l’immaginazione il vero segreto alla base delle tecniche mnemoniche

La memoria è essenzialmente la capacità del nostro spirito di organizzare tutte queste immagini e di richiamarle facilmente e velocemente. Ecco perché per ricordare qlc dobbiamo trasformarla in un’immagine potente e straordinaria.

trasmettere il passato alle generazioni future è la base essenziale per la propria libertà.
abbi fiducia nella tua memoria, conta su di lei ed utilizzala per perpetuare il tuo passato. Il futuro ha bisogno del passato, procedono insieme mano nella mano lungo tutta la storia del popolo ebraico.
A volte ci si pone il dubbio se non sarebbe meglio dimenticare fatti particolarmente tristi, crudi, violenti, angoscianti…. La Bibbia (come la psicoanalisi) ha una risposta anche per questo. Dice il Detereunomio: “cancellerai la memoria di Amalek sotto il cielo: non te ne scordare!”[1] Qui c’è un paradosso! Ci vengono dati due ordini contrapposti: ricordare e dimenticare contemporaneamente. Questo versetto risponde proprio agli interrogativi sulla necessità di mantenere vivi i ricordi più tragici: “è vietato dimenticare l’amaro passato ma dobbiamo cancellarne le cicatrici in modo da vivere la nostra vita senza il peso di un incontrollabile desiderio di inutile vendetta. Ricorda e dimentica Amalek per vivere una vita sana ed equilibrata.”[2]
[1] Deut. 25,19
[2] Vera Schwartz Bridge Across Broken Time Yale University Press 1998. pag. 59

domenica, novembre 08, 2009

“Risorsa Genitori”

Mercoledì 18 novembre h 17,30

presso la sede

del Circolo Canottieri Saturnia

Viale Miramare 36

Barcola – (Trieste)



si terrà la conferenza


Risorsa genitori


La mediazione secondo il pensiero di Feuerstein:

una risorsa per tutti,

un’opportunità in caso di specifiche esigenze educative.


Argomenti trattati


Diventare consapevoli delle potenzialità proprie

e dei propri figli

Acquisire strumenti e mezzi di auto-analisi

utili alla relazione ed all’inserimento nell’ambiente

Si desidera introdurre il concetto di mediazione. Non ci si propone di dare “ricette” su come fare, per chi operare, quando agire, da dove partire, per quanto tempo procedere. Le risposte preconfezionate non risolvono alcun problema. Si desidera far conoscere e condividere un modo di pensare che fa capo all’intenzionalità educativa, alla reciprocità del rapporto con il mediato (chi usufruisce della mediazione).

Gli obiettivi che l’Esperienza di Apprendimento Mediato si propone sono flessibili ed elastici basati sull’analisi delle effettive esigenze, ma hanno un filo conduttore comune: il raggiungimento di una migliore qualità della vita attraverso l’acquisizione di una progressiva consapevolezza di sé.

Essere in grado di osservare i propri figli e l’ambiente in cui vivono, con rispetto, ma attraverso un occhio attento per programmare interventi consapevoli, aiuta i genitori nel loro arduo compito, anche promuovendo l’acquisizione di linguaggi e modalità operative che permetteranno un più approfondito scambio di informazioni con le figure di riferimento esterne.




domenica, novembre 01, 2009

Un'altra breccia nel muro

La compagnia Danzabilità, con la regia di Sabina Bianchi, arriva a Monfalcone (GO) per la rassegna teatrale ALTRE ESPRESSIVITA'

MERCOLEDI’ 11 NOVEMBRE - h 11,15 - Teatro COMUNALE preceduto alle 10,30 da un altro spettacolo


“UN’ALTRA BRECCIA NEL MURO”

Lo spettacolo verte sulla “trasformabilità” degli elementi espressivi ed emotivi, resa attraverso la musica, il movimento, le immagini e i 4 elementi: terra, aria, acqua, fuoco. Semplici scatole saranno inizialmente usate come tamburi e poi come mattoni con cui verranno costruite le sbarre di una prigione e un muro. Non si sa chi stia dentro e chi fuori, chi al di qua e chi al di là, se la Compagnia o il pubblico. Ciascuno di noi è contemporaneamente prigioniero e libero, abile e disabile, uguale e diverso. Il muro stesso può essere elemento di separazione, confine, appoggio; può essere dipinto, abbattuto, costruito. “Mura” è anche il cavo che tiene salda la vela delle imbarcazioni in modo tale che resista ai colpi di vento. E dunque il muro diventerà vela di una imbarcazione immaginaria, e rappresenterà la “resilienza”, ovvero la capacità di “resistere” e di trasformare i limiti in opportunità di “movimento in avanti” e di crescita per sé e per chi ci sta intorno.
Per finire una danza in cerchio in onore di Efesto, il dio Vulcano scaraventato giù dall’Olimpo dalla madre (in quanto nato storpio e deforme) e poi divenuto un artigiano talmente abile e creativo da far innamorare di sé le dee più belle.






link all'intervista fatta al dottor Vito, direttore artistico della Rassegna :


http://www.youtube.com/watch?v=wtiGUjY_J_0&feature=player_embedded#t=65






La Compagnia nasce nel gennaio 2007 su iniziativa della dott.ssa Sabina Bianchi, psicologa, applicatrice del Programma di Arricchimento Strumentale Feuerstein e danzamovimentoterapeuta, in collaborazione con due associazioni genovesi: Progetto80 Sampierdarena (trasporto disabili motori) e Echidna (auto aiuto per familiari di disabili e malati rari). La scelta del nome “Danzabilità” vuole esprimere due concetti chiave: la “fattibilità” dell’integrazione e il fatto che essere tutti “diversamente abili nel danzare” può costituire il superamento dei limiti di ciascuno e un arricchimento per tutti. Fanno parte della Compagnia persone con disabilità fisica e/o psichica/sensoriale e persone normodotate, coprendo un arco di tre generazioni. Lo scorso anno la Compagnia ha vinto il Concorso “Partecipazione e bene comune” indetto dal Comune di Genova e ha debuttato in presenza di più di 1300 persone all’interno di uno spettacolo di danza. Attualmente collabora con l’associazione Una chiave per la mente e con la Casa Circondariale di Chiavari. A maggio 2009 la Compagnia ha partecipato, con lo spettacolo “Un’altra breccia nel muro”, alla terza Rassegna nazionale “Teatro e disabilità” a Rovigo, ottenendo la Nomination.


Lo spettacolo è inserito nella rassegna ALTRE ESPRESSIVTA'




Lavorare con e per le persone deboli ed, in particolare, con le persone disabili o con disagio sociale, pone costantemente le istituzioni, i servizi e gli operatori di fronte alla ricerca di nuove strade di intervento sempre più capaci di rispondere alle esigenze delle persone ed al bisogno di innovare le modalità di rapporto,costruendo ed offrendo loro nuove occasioni di integrazione sociale e di partecipazione attiva .
Il teatro costituisce in questa prospettiva un “forte” mezzo di comunicazione e di espressione che “apre” a nuovi processi di relazione sociale. E’ uno strumento che consente alle difficoltà, o che sperimentano forme diverse di disagio, di esprimere, attraverso l’assunzione di ruoli scenici e di relazioni gruppali, le proprie risorse e potenzialità vivendo relazioni sociali “paritarie”.
E’ in questa ottica che da diversi anni la Provincia di Gorizia in collaborazione con il C.I.S.I. con le associazioni dei disabili, con l'Istituto S.Maria della Pace di Medea, l'Azienda Sanitaria, le associazioni culturali, le associazioni di volontariato, i comuni di Monfalcone, Cormons, Gradisca d'Isonzo, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Gorizia, organizza una rassegna teatrale denominata "ALTRE ESPRESSIVITA'"

Questa rassegna è diventata un riferimento importante in ambito regionale e nazionale, per tutte quelle esperienze teatrali del territorio che coinvolgono il "disagio". Gli obiettivi sono quelli di contribuire ad affermare il principio della ricchezza delle diversità, attraverso l'opportunità offerta ai gruppi teatrali locali, regionali e nazionali di trovare uno spazio espressivo e di visibilità e quello di promuovere una rappresentazione positiva di chi attraverso i momenti d'integrazione supera il proprio disagio arricchendo artisticamente e culturalmente il contesto sociale d'appartenenza.
Questa opportunità offre, alla realtà sociale, stimoli di cambiamento culturale, per un atteggiamento diverso nei confronti di tutti coloro che si trovano a vivere un disagio variamente problematico, ma porta anche un arricchimento sul piano artistico e culturale.
Il teatro sociale o del sociale, infatti, secondo larga parte del mondo letterario ed artistico, costituisce il percorso di rinnovamento del teatro stesso, per idee, per l'espressività, per valore artistico, e per le soluzioni tecniche e scenografiche realizzate.
Anche quest’anno la Rassegna prevede un momento di incontro e di riflessione con la cittadinanza tutta ed in particolare il mondo giovanile.
La Rassegna raccoglie un'ampia serie di compagnie (ben 15) che nascono ed operano in diverse aree del disagio (dalla disabilità, alle problematiche psichiche, all’emarginazione sociale, al mondo del disagio adolescenziale e scolastico) sperimenta diversi generi teatrali nell'integrazione con una pluralità di modalità espressive (musica, danza, fotografia, videoimmagini, scenografia) ospita come di consueto anche due gruppi teatrali di cultura slovena. Interessante è la proposta di due compagnie teatrali, una pugliese che porterà in scena il disagio della violenza sulle donne extracomunitarie, l’altra locale, di Gorizia, che con la loro proposta teatrale hanno vinto il palio nazionale di Teatro e Disabilità. Un cartellone, comunque, nel quale si armonizzano una significativa presenza di gruppi del territorio provinciale (cinque) con quelli provenienti dalla regione(due) integrato dalla presenza di compagnie nazionali(sette) e una slovena.

La Rassegna, che vuole costituire innanzi tutto un momento di integrazione e di messa in rete delle risorse e delle iniziative che si realizzano sul territorio, è accompagnata da una serie di iniziative che sono finalizzate a sostenere un percorso di sensibilizzazione culturale.
Queste sono rappresentate dai laboratori condotti da operatori locali dei servizi che hanno acquisito a loro volta una preziosa competenza formativa nel campo teatrale che ora sono in grado di mettere a disposizione del territorio. Una particolare sottolineatura va posta sul fatto che si tratta di operatori che provengono da tutte le aree dei servizi (socio-assistenziali, sanitari, educativi pubblici e privati) che si sono formati insieme e che insieme al di là delle appartenenze istituzionali operano.
I Laboratori durano una giornata e sono aperti a qualsiasi persona interessata.
Il rapporto con le Scuole mantiene una speciale attenzione nell’organizzazione della Rassegna, nella consapevolezza che il perseguimento degli obiettivi delineati ha bisogno prima di tutto di una sensibilità culturale diffusa a partire dalle giovani generazioni.
Ecco allora la proposta fatta agli studenti di un percorso che li coinvolga attivamente e direttamente per introdurli ad un approccio verso queste forme teatrali che faccia meglio comprendere il senso delle esperienze e degli spettacoli che saranno proposti. Nell'augurarci che gli spettacoli presentati vengano apprezzati dal pubblico , un vivo ringraziamento va a quanti operatori, componenti di associazioni, volontari hanno contribuito alla sua realizzazione . Un ringraziamento particolare agli operatori Vito Dalò ed Erica Gasparinic del CISI che ne hanno curato la direzione artistica e l'organizzazione ed al Consorzio che nel suo complesso ha messo in atto le condizioni che hanno permesso agli stessi di fornire il loro apporto alla Rassegna