giovedì, aprile 07, 2011

Cronaca da Eboli di una Vittoria

Sul parquet di Eboli, la squadra allenata da Berniero Gallotta inanella il 4 risultato utile consecutivo e si conferma in testa alla classifica del girone F del Campionato Nazionale di serie B.


Tra i giocatori in campo Vincenzo Bardascino che regala al pubblico, proprio al termine della partita, la più sensazionale delle doppiette, finalizzando un’azione corale con un fendente rasoterra da destra a sinistra, colpendo nel segno per la seconda volta in pochi minuti proprio sul suono della sirena.

Nulla di strano. In ogni partita c’è una squadra che vince ed una che perde (se non pareggiano)

Ma in questa partita abbiamo un valore in più: vediamo qui attuata in tutta la sua potenza, l'Esperienza di Apprendimento Mediato, tramite un efficace utilizzo dei fattori prossimali (la modalità di approccio educativo), per attenuare se non addirittura eliminare i limiti imposti dai fattori distali (la presenza di problematiche oggettive).


L'allenatore ha creduto in Vincenzo fin da quando, piccolissimo, ha fatto capire che il suo grande desiderio era quello di pattinare come i suoi amici.

Metterlo sui pattini non è certo stata un'impresa facile: i fattori distali (cioè la presenza di una sindrome genetica importante) avrebbero dissuaso chiunque a tentare un’impresa che sembrava utopica, se l’obiettivo non fosse stato accompagnarlo nel suo desiderio di gioco e di crescita.

Certo le sue esigenze educative erano e sono effettivamente diverse da quelle dei coetanei, compagni di squadra, ma l’apprendimento delle tecniche di gioco è avvenuto attraverso un percorso, sebbene inconsapevole all’inizio, di esperienza di Apprendimento Mediato, ed fattori prossimali hanno avuto la meglio. Come dice Feuerstein: i fattori genetici non hanno l'ultima parola!

Tempi e modalità sono state attentamente adeguate alle necessità specifiche del bambino, permettendogli di apprendere attraverso i suoi ritmi, i suoi schemi motori, i suoi bisogni di rinforzo e rassicurazione.

Oggi Vincenzo ha 18 anni, è un ragazzo grande, forte, importante per la sua squadra come ogni altro suo membro.

L’esperienza di impegno e fatica, di rispetto delle regole, di pianificazione e tempismo, di relazione e mutua comprensione con i compagni di squadra, di lettura e previsione delle mosse degli avversari, di rispetto reciproco, caratteristici dello sport di squadra, ne fanno un adulto capace di adattamento e modificabilità, alla pari dei suoi compagni di squadra, superando il limite e il pregiudizio della disabilità.

Bravo Vincenzo e bravo lo Sport: insieme la disabilità si affronta e l’obiettivo è dare il meglio di se stessi nel campo, come nella vita!