La mediazione: una proposta attiva per il potenziamento delle risorse personali
Feuerstein ritiene che il ruolo dell'educatore sia essenziale per l'equilibrato sviluppo dell'individuo. Nella prefazione del suo libro "Non accettarmi come sono"(edizioni Sansone):
afferma:
Crediamo che l'intervento dell'educatore, sia esso genitore, insegnante o allenatore dovrebbe essere, e spesso è, la componente più efficace nell'educazione di un bambino.
Per aiutare le persone che sono coinvolte in una relazione di aiuto (genitori, insegnanti, educatori, psicologi, pedagogisti, terapisti e via dicendo) ha strutturato i suoi suggerimenti relazionali suddividendoli in dodici aspetti che ha chiamato: I criteri della mediazione.
Nell'articolo già inserito nel blog abbiamo visto il primo: Intenzionalità e reciprocità, oggi parliamo della Mediazione del Significato
Mediazione del Significato
Lo sviluppo della motivazione, ovvero la disponibilità ad imparare ed a cambiare – in pratica ad essere pronti a far tesoro della mediazione – si ottiene quando si dà un rilievo particolare al messaggio che si sta inviando, quando il mediatore trasmette il significato e gli obbiettivi di un’attività.
Che cosa può rendere particolarmente importante un messaggio?
Il fatto di essere collegato con i valori e gli ideali prevalenti nella famiglia, nella scuola, nel gruppo sociale di appartenenza del soggetto: il mediatore mostra interesse e coinvolgimento emotivo, discute l’importanza e rende chiara la comprensione del perché l’attività viene svolta.
È come se fornisse al soggetto una chiave di lettura che facilita la comprensione dell’ambiente:
la chiave sblocca ed interpreta il contesto culturale in cui egli è inserito. Il significato è ciò che arricchisce un’esperienza al di là del suo senso immediato.
Feuerstein ritiene che sia diritto di tutti ricevere esperienze di mediazione del significato e dovere del mediatore provvedere affinché ciò avvenga. Benché il mediatore possa scegliere di non imporre in maniera consapevole i propri valori, è inevitabile che in qualche misura ciò succeda ugualmente. Tuttavia, in assenza di mediazione del significato la capacità di comprendere gli avvenimenti risulta ridotta e, di conseguenza, anche la capacità di valutare in maniera critica le situazioni in cui si è inseriti, quindi di poter scegliere i valori in cui credere.
Il significato è il principio emozionale ed energetico che richiede al mediatore di assicurarsi che gli stimoli che sta presentando stiano raggiungendo il loro obiettivo. E’ l’ago che porta il filo attraverso la stoffa.
Il significato è mediato investendo di importanza l’attività che si svolge, sia a livello cognitivo che a livello affettivo:
- valori e convinzioni sono trasmessi dal livello cognitivo.
- Energia ed entusiasmo sono trasmessi dal livello affettivo.
Viviamo in un mondo che non capiamo: utilizziamo computer, televisione, telefono e mille altre elementi frutti di una tecnologia avanzata che sfugge alla comprensione della maggior parte degli adulti. I bambini si abituano a dare per scontato che le cose esistono e si gestiscono senza bisogno di approfondirne il perché. Passano ore davanti agli schermi che inviano immagini terrificanti che non toccano i loro sentimenti, non li colpiscono e non li fanno riflettere “tanto sono per finta”; quando immagini ancora più terrificanti vengono trasmesse dai telegiornali o da documentari non hanno più la possibilità di giungere alla loro sfera affettiva perchè ormai sono anestetizzati dall’ abitudine.
Alcune considerazioni ci aiutano a riflettere sull’importanza della relazione educativa per lo sviluppo del bambino.
- Quando l’adulto dà significato a ciò che fa, predispone il bambino a desiderare ed a sentire il bisogno di ricercare il significato di ogni aspetto della vita.
- Il processo che porta ad investire di significato le attività stimola a porre domande e crea le basi per ogni ulteriore ricerca e per le future sfide che la vita inevitabilmente pone.
- Senza una profonda comprensione dell’ambiente in cui si è inseriti, non si può rispondere agli stimoli esterni, né per accettarli né per trasformarli né per rifiutarli: ci si trova privi degli strumenti essenziali a desiderare l’acquisizione delle competenze che rendono protagonisti della propria vita.
- Se non si riceve mediazione del significato si viene privati della possibilità di accedere a stimoli arricchenti sia cognitivamente che affettivamente.
Il significato può essere mediato attraverso il linguaggio verbale, fornendo chiarimenti e spiegazioni, promuovendo la curiosità e la formulazione di domande con lo scopo di arricchire il bagaglio di interessi. A volte può essere mediato in modo ancora più efficace attraverso la comunicazione non verbale che giunge diretta alla sfera emozionale. Si possono enfatizzare le emozioni, si può dare rilievo al tono di voce, all’espressione del viso esprimendo in maniera molto esplicita il proprio sentimento di gioia, di tristezza, di sorpresa, di meraviglia o di timore, si può ricercare il contatto visivo o quello fisico (una carezza, una mano sulla spalla, un abbraccio) creando aspettative, interesse ed attesa nei confronti di un’esperienza importante programmata per il futuro.
La mediazione del significato è uno dei pezzi del puzzle che compone l’esperienza dell’ insegnamento mediato. Il primo pezzo del puzzle, la mediazione dell’intenzionalità e della reciprocità, concerne la selezione e la sottolineatura di un’attività o di un oggetto. La mediazione del significato porta a caricare l’attività di un valore e di un’energia che la rendono particolarmente significativa. La presenza di ambedue è richiesta perché si possa parlare di apprendimento mediato secondo il pensiero di Feuerstein.
Tratto da: Scuola materna per l'educazione dell'infanzia Jael kopciowski
Casa editrice "La Scuola" Brescia